Passa ai contenuti principali

Stranamore - Vecchioni

Roberto Vecchioni canta Stranamore
Mancava una canzone del maestro Vecchioni nel nostro blog. Un artista che senza dare troppo nell'occhio è, de facto, uno degli autori più influenti della musica italiana. Grande voce, grande musica e grandi testi, il tutto arricchito da uno spirito colto, eterogeneo e sperimentatore. Questa canzone mi ha sempre affascinato per il testo: unico, originale e addirittura "strano".

Vecchioni ed i tanti modi di amare.

E cosa ci racconta il maestro? Che non esiste un solo tipo d'amore e, di conseguenza, una sola maniera d'amare. Anzi, persino comportamenti che a noi possono sembrare squallidi o incomprensibili (se non addirittura odiosi) sono a loro volta una forma d'amore. E ce ne fa pure una carrellata.

Amare un marito alcolizzato.

Si parte con la forma più comune di amore: quella di un uomo per una donna. Ovviamente però, le cose non sono così ovvie. Si parla di una donna sposata che si prende cura di un marito alcolizzato. La donna capisce che, per il suo bene, dovrebbe smetterla di prendersi cura di lui, solo così potrebbe indurlo a smetterla. È l'unico modo per salvarlo, e si gioca col contrasto: se amasse davvero quest'uomo lo dovrebbe lasciare, lasciarlo perché lo ama. Forse non lo sai, ma pure questo è amore.

Amare una persona che si lascia

Nel secondo caso abbiamo un uomo che lascia la fidanzata in modo alquanto brusco, quasi violento, sicuramente sbrigativo. Il motivo non è la mancanza d'amore, ma il voler rendere il più veloce e indolore possibile il questo brutto momento. Una forma d'amore anche questa secondo l'autore. Secondo me più che d'amore si parla di rispetto in questo caso. Ma i confini sono labili...

Amare la guerra o la pace

Il terzo paragrafo parla di Marco Aurelio e della sua guerra in Pannonia. Qui al grande conquistatore sale un dubbio: cos'è l'uomo? Pace e vita o guerra e sangue? Qual'è il vero amore? Perché una giovane donna ed un generale hanno una visione così diversa dell'amore? Comunque d'amore si parla. D'altronde, guerra e amore hanno sempre avuto molto in comune. Come si dice, gli estremi si toccano.

Amare la libertà

Questa non l'ho effettivamente capita. Ci ha pensato Tony nei commenti a darmi un indirizzo, ma ancora non siamo riusciti a mettere un punto fermo a questa strofa. Dunque, un gruppo di comunisti ferma un ragazzo che si rifiuta di comprare il loro giornale. Il protagonista che assiste alla scena è tentato di intervenire in suo aiuto, di dichiararsi lui stesso fascista. Ma non ne ha coraggio, la paura lo blocca. Ma a questo punto: qual'è l'amore? Quello dei comunisti verso la loro ideologia? Quello del ragazzo che le piglia pur di non rinnegare la propria ideologia? Tony ipotizza persino quello della persona che assiste alla scena e non interviene per amor proprio..

Amare la conquista

Poi si parla di un grande generale, che passa la vita di conquista in conquista, fino ad arrivare difronte al mare, dove non si può più conquistare nulla. E allora che senso ha avuto tutta la sua vita? Hai conquistato tutto il mondo, e adesso? Non importa, lo ha fatto per amore e, quando si fa qualcosa per amore, non ci si deve domandare perché! Si ama e basta. Naturalmente non sono tutte forme d'amore condivisibili, l'autore si limita ad elencarle e a farci riflettere. D'altronde, Vasco Rossi non dice che compito dell'artista è stimolare le coscienze?
A chi pensa Vecchioni quando parla del "Bello l'eroe con gli occhi azzurri dritto sopra la nave"? Ci sono molti spunti offerti dai vostri commenti, il più credibile credo sia quello che si riferisce a Garibaldi: bello, che attraversa l'oceano (eroe dei due mondi), pieno di ferite (il mio prof descrisse Garibaldi come un colabrodo) e, infine, una persona che pur di combattere è passato tranquillamente dalle file dei liberali, monarchici e cattolici. Nei commenti si parla anche di Mao, il timoniere appunto, ma ci sono troppe discrepanze: non era bello con gli occhi azzurri, non ha attraversato alcun oceano, e di sicuro non amava i crocifissi.

Amare i propri figli

Nell'ultimo quella che forse è la forma più nobile ed anche più dolorosa d'amore. Sicuramente la più difficile: il dolore di un padre che vede partire la figlia e che, seppur soffrendo, la lascia andare. La lascia andare perché la ama e non la vuole egoisticamente tenere vicino a se, ma nel suo cuore soffre. Forse non lo sai, ma pure questo è amore!
Testo bellissimo e pregevole! Come tutti i testi di Vecchioni di fatto. Mi riprometto, a breve, di scrivere un post anche su "Luci a San Siro".

Amore e politica

Dai commenti, la parte di canzone che ha creato più dibattito è quella relativa al giornale e alla frase "quasi quasi ora gli dico sono anch'io fascista". Curioso vero? Forse neanche tanto, i tempi stanno cambiando, e, secondo il teorema dei ricorsi storici, la politica di oggi si sta riavvicinando a quella degli anni '70. Una politica vissuta con passione, anche troppa a volta, e lo scontro politico che, a forza di estremizzare, confonde l'amore con l'odio, l'amore con la violenza. Crediamo nel nostro ideale, e vogliamo farlo conoscere perché tutti possano condividerlo, al fine di creare una società migliore, e, alla fine, ci ritroviamo a picchiare una persona perché non lo vuole leggere... Sia chiaro, non ho nulla in contrario a chi vive la politica con passione, l'importante è che passione ed ignoranza non si mescolino, li si che le cose diventano pericolose

Testo della canzone Stranamore di Vecchioni.

È lui che torna a casa sbronzo quasi tutte le sere
e quel silenzio tra noi due che sembra non finire
quando lo svesto, lo rivesto e poi lo metto a letto,
e quelle lettere che scrive e poi non sa spedirmi...
forse lasciarlo sulle scale è un modo di salvarmi.
E tu che hai preso in mano il filo del mio treno di legno
che per essere più grande avevo dato in pegno:
e ti ho baciato sul sorriso per non farti male
e ti ho sparato sulla bocca invece di baciarti
perché non fosse troppo lungo il tempo di lasciarti.
Forse non lo sai ma pure questo è amore.
E l'alba sul Danubio a Marco parve fosforo e miele
e una ragazza bionda forse gli voleva dire
che l'uomo è grande, l'uomo è vivo, l'uomo non è guerra;
ma i generali gli rispondono che l'uomo è vino
combatte bene e muore meglio solo quando è pieno.
E il primo disse: "Ah sì? Non vuoi comprare il nostro giornale?!"
E gli altri: "Lo teniamo fermo tanto per parlare"
ed io pensavo: "Ora gli dico: Sono anch'io fascista" -
ma ad ogni pugno che arrivava dritto sulla testa
la mia paura non bastava a farmi dire basta.
Forse non lo sai ma pure questo è amore.
Ed il più grande conquistò nazione dopo nazione,
e quando fu di fronte al mare si sentì un coglione
perché più in là non si poteva conquistare niente;
e tanta strada per vedere un sole disperato
e sempre uguale e sempre come quando era partito.
Bello l'eroe con gli occhi azzurri dritto sopra la nave
ha più ferite che battaglie, e lui ce l'ha la chiave.
Ha crocefissi e falci in pugno e bla bla bla fratelli
ed io ti ho sollevata figlia per vederlo meglio
io che non parto e sto a guardarti e che rimango sveglio.
Forse non lo sai ma pure questo è amore.

Commenti

  1. è il fascista che viene pestato dai comunisti (non viceversa.) i fascisti non facevano volantinaggio coi giornali e poi colui che vorrebbe dar man forte ed aiuto al pestato comunista avrebbe detto: sono anch'io comunista e non "fascista".

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Certo che facevano volantinaggio. Lo facevano tutti fino agli anni 60. Inoltre credo che ad essere picchiato sia il protagonista stesso, che potrebbe farla franca spacciandosi per fascista.

      Elimina
    2. comunque si riferisce a "giornale da comprare" più che volantini, giornali autoprodotti che in genere facevano quelli della sinistra extraparlamentare e che vendevano per strada. poi; che per ogni pugno dritto sulla testa lui prova paura, non dolore. sarebbe stato più logico usare un termine diverso. paura di cosa? che potrebbero picchiare anche lui? paura di prenderle a sua volta? comunque è una strofa di difficile interpretazione.

      Elimina
    3. Si condivido tutto, sia il fatto che il termine "paura" sia incoerente con la mia interpretazione, sia il fatto che sia di difficile interpretazione... ma in fondo anche questo è il bello. Magari più tardi aggiorno il testo aggiungendo la tua interpretazione

      Elimina
    4. Riascoltando mi rendo conto che hai ragione tu. Questi fermano un tizio che non vuole comprare il giornale e lui vorrebbe andargli in aiuto dichiarandosi a sua volta fascista, ma non ne ha il coraggio. Ora non resta che capire una cosa: qual'è l'amore in questo caso? Quello dei comunisti che vogliono imporre le proprie idee? Quello del fascista che le prende per amore della propria ideologia? Quello del vigliacco che prova comunque empatia?

      Elimina
    5. Mah, forse amore per la propria incolumità a discapito di un malcapitato, un mors tua vita mea, non saprei. ..

      Elimina
    6. Intanto nella strofa del pestaggio l'unico vocabolo ideologico è "fascista". Dire che i picchiatori sono comunisti "perché i fascisti non vendevano giornali" è molto azzardato: in un testo fatto tutto di metafore interpretare una frase come tratto realistico è fuorviante. "Ah si? Non vuoi comprare il nostro giornale?!" si può benissimo e più correttamente interpretare come "Ah sì? Non la pensi come noi?!" In altri termini: non c'è qualcuno che osserva la scena dall'esterno. A dire "E io pensavo: ora gli dico sono anch'io fascista" è lo stesso che le sta prendendo e non deve essere necessariamente un "comunista", basta che la pensi diversamente. Contro i comunisti, semmai, il testo si scaglia nell'ultima strofa, quando parla dell'eroe dritto sopra la nave (potrebbe riferirsi a Mao, detto "il grande timoniere) e più specificatamente quando dice "crocefissi e falci in pugno e bla bla fratelli".

      Elimina
    7. Riguardo l'ultima strofa, varie fonti ed interpretazioni dicono che si riferisca a Garibaldi(potrebbe anche riferirsi ad un eroe idealizzato). Mao era sì detto il timoniere, ma l'eroe bello dritto sopra la nave, ferite e battaglie, in effetti fa più pensare a Garibaldi(che era un esponente del Socialismo d'azione e della Sinistra Storica). "Crocefissi e falci in pugno" potrebbe riferirsi alla situazione italiana del Risorgimento Italiano, stretto fra moti rivoluzionari e la figura ingombrante dello Stato Pontificio. E il "bla bla fratelli" su come si è concluso il Risorgimento: un po' una bolla di sapone dove ci si è dovuti accontentare. Quindi è un'interpretazione - che, ripeto, ho riscontrato diverse volte - plausibile, ci sta. Il vero nodo della discordia, la parte più controversa rimane appunto il pestaggio: chi pesta chi? Da un lato mi piacerebbe l'interpretazione che siano i fascisti, e che quindi su di loro si scaglia la critica, però devo dire che - specie se ci riferiamo agli anni '70 - l'interpretazione inversa mi convince di più.

      Elimina
    8. No vi sbagliate. Sono sicuro che parla di un pestaggio di picchiatori fascisti subita

      Elimina
    9. Scusate se commento un post così "vecchio", ma questo travisamento di un testo così chiaro penso la dica lunga su questo revisionismo pervasivo che arriva anche a questi livelli tristemente buffi.

      Si parla chiaramente di un'aggressione fascista.

      L'aggressore, chiaramente un antifascista, anzi, penso sia addirittura il giovane Vecchioni, pensa:
      "ora dico che sono anch'io fascista" per farli smettere,
      ma la paura, pur grande, delle botte che sta prendendo non è abbastanza per farglielo dire.

      Elimina
    10. Siamo giunti a questa conclusioni infatti. Ma sai, a volte è bello anche esplorare altre ipotesi

      Elimina
    11. Come vecchioni ha dichiarato più volte, la strofa parla di un pestaggio fascista, non ai danni di un fascista.
      Tre propagandisti che bloccano un ragazzo che, pur di non tradire l'ideologia, si prende le botte.
      La strofa racconta di un fatto reale accaduto a Vecchioni stesso, leggermente ingigantita, non trattandosi di pugni, ma di schiaffi, ma i ragionamenti che vi hanno portato ad interpretarla in modo diverso erano confutabili conoscendo un po' l'autore

      Elimina
    12. Ok, direi che possiamo prendere questa per buona e chiudere il dibattito. PS: hai un link dove Vecchioni dice questa cosa?

      Elimina
  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  3. Le opinioni sopra esposte sono valide, rispondo solo in merito alla questione dei giornali: I fascisti avevano un gran numero di giornali, riviste e periodici, mi vengono in mente "Il Popolo d'Italia", "L'Assalto", "L'idea fascista", e vi ricordo anche che Giovanni Preziosi ad esempio fu il direttori di alcuni giornali fascisti, lui noto fascista e antisemita.

    RispondiElimina
  4. Voglio anche aggiungere che la frase : "i fascisti non vendevano giornali" è certamente errata in quanto tutte le riviste e i giornali fascisti erano accettati dallo stato, addirittura voluti da questo ed osannavano le vittorie -finte o reali che fossero- e Mussolini. Al contrario durante il ventennio furono le riviste socialiste ad essere bandite, di conseguenza non potevano essere vendute -almeno non legalmente- ma comunque erano nella maggior parte dei casi smistate come stampe propagandistiche.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. È interessante, ma allora, in definitiva, come interpretiamo quella frase?

      Elimina
  5. Ci sono tre riferimenti storici molto belli: Marco Aurelio, Alessandro Magno e Garibaldi(l'ultima strofa. Potrebbe anche trattarsi di un eroe "generico", idealizzato, ma il riferimento all'eroe dei due mondi - peraltro confermo da diverse fonti - ci sta). Il vero nodo della discordia è la parte del pestaggio: chi pesta chi? Conoscendo le idee politiche di Vecchioni ho sempre pensato che trattasi di un pestaggio ad opera di fascisti(specie se cronologicamente ci riferiamo agli anni '20), ma una nuova - e forse più convincente - interpretazione si fa avanti: specie se ci spostiamo negli anni '70, il pestaggio lo fanno dei ragazzi di estrema sinistra. Quest'interpretazione è meno scontata e denoterebbe maggior dolore e nobiltà da parte dell'autore: lui, che è comunista e odia il fascismo, prova compassione per il pestato, e pur di mettervi fine addirittura sarebbe disposto a dichiararsi fascista. Ma, ripeto, è un punto controverso.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. No. Lui vorrebbe dire di essere fascista per non essere pestato. Perché negli anni 70 i fascisti non prestavano nessuno? Ma che dite?!?!

      Elimina
    2. A parte il "ma che dite???" che non condivido per il tono (stiamo dialogando tra persone civili qua), sono d'accordo con te. Vero che noi ricordiamo il ventennio come il periodo dei pestaggi, dell'olio di ricino, e via dicendo (che degenereranno in deportazioni e omicidi). Ma negli anni '70 gli animi si erano scaldati parecchio e comunisti e fascisti appartenenti alle ali extraparlamentari avevano ripreso a darsele di santa ragione, anche qui sconfinando in quelli che sono stati ribattezzati come anni di piombo.

      Elimina
    3. Vecchio post, ma non riesco a non dire la mia. Ci vuole tanta fantasia e poca conoscenza di Vecchioni per affermare che gli aggressori erano comunisti. Mamma mia che orrore!
      Questa strofa della canzone è la più chiara di tutte!
      L'amore di lui (Vecchioni stesso che, se ricordo bene era stato picchiato davvero dai fasci) per la sua ideologia, che non gli permette di dirsi fascista neanche per salvarsi.
      Mi spaventano vero ragionamenti. Senza offesa.

      Elimina
    4. si, vabbè, adesso non è che ti hanno offeso la mamma solo perchè sei un falcemartellato convinto, . datti una calmata. chiunque ha il diritto di esprimere il suo parere anche se non corretto.

      Elimina
    5. Sono d'accordo con Tony. Inoltre Vecchioni non è alcolizzato, non è un generale, non è nulla di quanto scrive in questa canzone. È un opera d'arte, non una biografia. Non ci vedo nulla di strano se dopo essersi immedesimato in un generale crudele si volesse immedesimare anche in un fascista. È proprio la canzone: comprendere come, per quanto a noi sembri strano, certe cose possano essere amore. E in tutto questo resto del idea che fossero i fascisti a picchiarlo.

      Elimina
  6. Nella scena del giornale, vi sono: un gruppo di fascisti ed un uomo che viene picchiato (che parla in prima persona). L'uomo se si dichiarasse fascista anch'egli, probabilmente potrebbe fine al linciaggio; ma l'uomo non ha una paura talmente grande (la mia paura non bastava) da implorare di smetterla. È qui che si manifesta l'amore per la propria idea politica che supera anche la paura di subire violenza.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Era la mia ipotesi iniziale, e, a tutt'ora, la più convincente

      Elimina
    2. Fa piacere, costadilevante, concordare, piuttosto mi soffermerei sull'ultima strofa. Secondo alcune opinioni il personaggio sarebbe Garibaldi: la nave, l'eroe, gli occhi azzurri (anche se si afferma anche che avesse occhi castani) , ciò che non mi quadra è la considerazione negativa del personaggio ("ha più ferite che battaglie " ), in quanto a battaglie Garibaldi è inconfutabile che non si sia risparmiato, ma soprattutto il riferimento ai crocefissi. Nei giudizi su Chiesa e preti Garibaldi ci andava pesante. Ciò premesso, la mia tesi è che il testo si riferisca ad un eroe generico o meglio alle due ideologie : la religione cristiana da un lato e la teoria comunista dall'altra. A rafforzare detta tesi è la parola "fratelli" : entrambe ,con declinazioni diverse hanno come proprio fine ultimo la fratellanza; il prossimo, il porgere l'altra guancia al nemico, da in lato; l'uguaglianza , l'eliminazione dello sfruttamento dall'altra. Il genitore, nella canzone, alza la figlia per farle osservare tali ideologie, ma si astiene dal parteggiare per l'una o per l'altra, seguirà la figlia percorrere lascia strada e vegliera' su di lei. È una mia opinione, la strofa è alquanto enigmatica.

      Elimina
    3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

      Elimina
    4. Bello, dopo riporto tutto direttamente sul testo

      Elimina
    5. Bravo anton,non vedo perché si debba rapportare il testo agli anni '70,da me vissuti tra l'altro anche se come spettatore,attento però,visto che nel testo si parla anche di Marco Aurelio il periodo della scrittura della canzone è ininfluente.Sicuramente la spiegazione è la più sensata e anche la più credibile.Ma non polemizzando volontariamente,la spiegazione dell'ultima strofa è un capolavoro di capacità intuitiva.Grazie mille

      Elimina
    6. Fondamentalmente perché la moda di obbligare la gente a comprare il giornale era tipico di quegli anni, per il resto sono d'accordo su tutto

      Elimina
  7. "E il primo disse: "Ah sì, non vuoi comprare il nostro giornale?!"
    E gli altri "Lo teniamo fermo tanto per parlare"
    Ed io pensavo ora gli dico "Sono anch'io fascista"
    Ma ad ogni pugno che arrivava dritto sulla testa
    La mia paura non bastava a farmi dire basta"

    Concordo con Anton me pare che lui non sia fascista (altrimenti perché dire " ora gli dico sono anch'io fascista") e venga fermato da fascisti o neofascisti: inizia il pestaggio ma nonostante le botte lui non riesce a rinnegare e rinunciare ai suoi principi ed alla libertà pensiero. Ed anche quello per le proprie convinzioni più profonde può essere una vera e profonda forma d'amore.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Direi che ha vinto questa versione a "colpi di maggioranza". La metto come risposta definitiva nel testo, pur lasciano spazio alle altre interpretazioni

      Elimina
  8. Scusate il commento a un post vecchio ma l'ho trovato perché cercavo il significato a questa bella canzone che mi hanno chiesto di cantare in pubblico. Vi ringrazio x l'aiuto e credo che conoscendo gli ideali di Vecchioni uomo, quelli cattivi sono i fascisti (è oltremodo evidente).
    Mao Tse-Dong non era un bell'uomo, non aveva gli occhi chiare, non ha attraversato l'oceano atlantico e non ha avuto connessioni col cattolicesimo. L'eroe è Garibaldi.
    Cmq vi ringrazio tutti x i chiarimenti dati.
    Peppe

    RispondiElimina
  9. Ero in terza media, tornando da scuola mi imbatto in una decina di comunisti che prendono a calci uno ( per terra ) che si professava "liberal democratico " al grido "fascio di merda"... lui alla fine riesce a rialzarsi e scappare gridando " questa volta vi denuncio... ".
    La verità è che in quegli anni picchiavano tanto i fasci quanto i compagni e sarebbe ora di finirla con questa ipocrisia pelosa.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Questo commento poteva essere interessante negli anni '80. Ormai questa ipocrisia pelosa non esiste più (poi un idiota lo si trova sempre se lo si cerca)

      Elimina

Posta un commento

Leggi anche